Nuovo studio di Roma Tre e Federico II può aiutare anche a mitigare i rischi da una futura esplosione del Vesuvio
Roma, 6 Aprile 2023 - Dopo l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. la città di Ercolano venne investita da una nube di cenere rovente al punto da incenerire i corpi e vetrificare i cervelli delle vittime lungo il suo percorso. Lo indicano i resti di legno carbonizzato, analizzati da un gruppo di geologi diretto da Guido Giordano, dell'Università Roma Tre, e dall'antropologo Pier Paolo Petrone, dell'Università Federico II di Napoli.
Lo studio, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Reports di Nature, Link identifier #identifier__80439-1dal titolo “A new hazard scenario at Vesuvius: deadly thermal impact of detached ash cloud surger in 79 CE at Herculaneum”, da un team di geologi dell’Università degli Studi Roma Tre, firmato dalla dott.ssa Alessandra Pensa, dal prof. Guido Giordano, dalla prof.ssa Sveva Corrado, e dall’antropologo dott. Pier Paolo Petrone dell’Università Federico II di Napoli, ha permesso una nuova ricostruzione degli eventi termici che hanno colpito gli edifici e gli esseri umani durante l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
La prima nube di cenere, rivelatasi di brevissima durata, entrò in città ad una temperatura iniziale di 500-600 °C e raggiunse poi la spiaggia ancora a più di 500 °C, causando la morte istantanea di tutte le persone rifugiatesi negli edifici in città e negli ambienti sul mare. L'interazione tra la nube di cenere bollente e l’acqua di mare provocò il rigonfiamento della nube e la deposizione di ceneri raffreddate subito dopo, che avvolsero i corpi delle persone già morte a causa del calore estremo. I successivi flussi piroclastici poi seppellirono progressivamente la città a temperature più basse.
L’analisi delle proprietà ottiche, definita tecnicamente “riflettanza”, dei resti di legno carbonizzato ha permesso di registrare eventi termici estremi multipli ed effimeri, rivelando così per la prima volta il reale impatto termico dell'eruzione. L'impatto letale dei flussi piroclastici diluiti documentato per Ercolano suggerisce che si debba avere una maggiore considerazione del rischio vulcanico associato alle nubi di cenere calde distaccate dai flussi piroclastici in corrispondenza di salti topografici, le quali, sebbene di breve durata, possono causare gravi danni agli edifici e un gran numero di vittime. Un simile fenomeno accadde nel 1991 al Mt Unzen in Giappone dove persero la vita 43 persone tra cui i famosi vulcanologi francesi Krafft ed il loro collega statunitense Herry Glicken.
“In una prospettiva di mitigazione del rischio al Vesuvio e altrove - suggeriscono i ricercatori - gli edifici nella zona rossa andrebbero rinforzati per riparare le persone dall'impatto termico della nube di cenere nel caso in cui l'evacuazione completa non sia possibile. In una futura eruzione, le zone periferiche meno esposte all'alta pressione dinamica dei flussi potrebbero essere colpite da nubi di cenere distaccate di breve durata, dove la sopravvivenza dipende in modo critico dalla capacità dei rifugi di impedire l'infiltrazione del gas bollente e ricco di cenere. Un tale tipo di interventi consentirebbe alle persone che non hanno avuto la possibilità di evacuare per tempo di sopravvivere e di aspettare i soccorsi, o di allontanarsi prima che altri flussi colpiscano l'area”.
SCHEDE RICERCATORI
Alessandra Pensa, Link identifier #identifier__16504-2Guido Giordano, Link identifier #identifier__4236-3Sveva Corrado & Link identifier #identifier__163323-4Pier Paolo Petrone
A new hazard scenario at Vesuvius: deadly thermal impact of detached ash cloud surges in 79CE at Herculaneum - Scientific Reports volume 13, Article number: 5622 (2023)
CONTATTI UFFICIO STAMPA
Università degli Studi Roma Tre
Alessia del Noce | alessia.delnoce@uniroma3.it | +39 339 530 4817
Francesca Vitalini | francesca.vitalini@uniroma3.it | +39 339 339 0878
Link identifier #identifier__44579-5credit Alessandra Pensa
Link identifier #identifier__181301-679 CE Herculaneum City lateral view (NE-SW), credit Università Roma Tre
Eruzione del 79 d.C.: per la prima volta rivelato l’impatto termico mortale su Ercolano
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